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  In base ad uno studio finanziato dal Ministero della Salute, il mal di schiena rappresenta il disturbo articolare più frequente, con quasi l’80% della popolazione italiana che ne viene colpito almeno una volta nella vita. La forma più comune con cui esso si manifesta è la lombalgia, ovvero il classico dolore alla colonna vertebrale di cui patiscono principalmente le fasce d’età comprese tra 40 e i 50 anni.   “Il dolore cronico - spiega William Raffaeli, presidente della Fondazione ISAL (Istituto Scienze Algologiche) -  può persistere per anni, anche più di dieci, minando la qualità complessiva della vita”. Da non sottovalutare è perciò un rapido intervento terapeutico che, se non effettuato in tempo, può peggiorare la situazione sia in termini di sofferenza fisica che di compromissione delle attività quotidiane.    Per la sua cura, infatti, esistono nel mercato specifici dispositivi auto-riscaldanti la cui applicazione genera un benessere diffuso nelle zone dolenti. Altrettanta efficacia hanno le pomate a base di artiglio del diavolo, una pianta le cui proprietà offrono un immediato sollievo alla zona lombare, e le relative creme indicate dagli esperti come appropriate a questo tipo di disturbo.   A confermarlo è anche un’indagine pubblicata su Jama Internal Medicine, secondo cui “il mal di schiena è uno dei problemi sanitari fra i più comuni al mondo. Il 50% di chi l'ha avuto almeno una volta è destinato a patirlo ancora negli anni successivi e, se privo di cure definitive, porta con sé costi enormi persino sotto forma di giorni di assenza dal lavoro”. Per evitarlo bisogna quindi fare solo una cosa: andare in farmacia.         

  Secondo i dati provenienti dall’Annuario Istat 2015, l’osteoporosi e l’artrite reumatoide/artrosi colpiscono rispettivamente il 7% ed il 15% della popolazione italiana, con maggiore prevalenza nella fascia di età degli over-65. Sono comunque parecchi i casi di under-65 che hanno dichiarato di essersi sottoposti ad almeno un controllo anche in assenza di disturbi e sintomi, segno di una crescente consapevolezza della pericolosità di dette malattie e del costante bisogno di prevenzione.   Ma cosa si intende per osteoporosi? E’ una malattia caratterizzata da indebolimento del tessuto osseo e conseguente rischio di fratture, che danneggia alcune parti del corpo come l’anca, la spina dorsale, il polso e la spalla. Secondo il Ministero della Salute, inoltre, colpisce una donna su tre ed un uomo su cinque e per contrastarla si consigliano l’assunzione di calcio e di vitamine (C,D e K), nonché trattamenti farmacologici ormonali per le donne in menopausa.     L’artrosi è invece una malattia degenerativa che pregiudica l’integrità delle articolazioni, comportando la lesione della cartilagine e dell’osso sottostante. Nella maggior parte dei casi colpisce le ginocchia, le anche, le mani, la cervicale e la zona lombare, costituendo la causa primaria di dolore cronico e di limitazione della capacità motorie. Le pratiche terapeutiche pertanto suggerite sono quelle a base di integratori alimentari ed antinfiammatori specifici.    L’artrite reumatoide, infine, corrisponde ad una malattia infiammatoria che provoca dolore e gonfiore alle articolazioni, rendendo difficoltose le principali attività di un individuo, come camminare, lavarsi e vestirsi. Secondo quanto riportato dall’Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna, la patologia andrebbe trattata coi cosiddetti farmaci biologici, ovvero farmaci prodotti con tecniche di ingegneria genetica in grado di controllare la produzione, all’interno del nostro sistema immunitario, delle citochine ad azione infiammatoria, sostanze considerate responsabili della malattia. In alternativa, gli esperti propongono integratori a base di olio di pesce ed omega 3.      

La termoterapia è una delle pratiche terapeutiche più antiche, ma sicuramente è ancora tra le più studiate dagli esperti per la cura dei dolori articolari. Già nel 3000 a.C., infatti, ne facevano largo uso gli Egizi, così come accadeva anche in Grecia, dove si era soliti rilassare i muscoli degli atleti con appositi bagni caldi. Oggi, la cosiddetta tecnologia del calore è stata sviluppata largamente e viene sfruttata su più zone del corpo: dal collo alla schiena nella zona lombare, sino alle aree della colonna vertebrale e delle articolazioni in generale. Il collo e la schiena, in effetti, sono le parti dell’organismo più esposte e richiedono spesso un trattamento specifico, soprattutto per la rimozione di comuni patologie come contratture e infiammazioni, con la relativa applicazione di creme lenitive o di fasce auto-riscaldanti. Per gli stati più acuti o per quelli cronici, invece, sono consigliabili cinture termo-attive in modo da bloccare affaticamenti, stiramenti o dolori articolari di tipo più complesso. Quali sono in sostanza i meccanismi della termoterapia? Le fasce auto-riscaldanti, in breve, sono formate da tessuto contenente sostanze che, a contatto con l’ossigeno, producono a loro volta calore, agendo sulla zona interessata dal dolore. Un principio, questo, simile a quello delle cinture termo-attive, le quali, con l’ausilio di bustine auto-riscaldanti, danno origine ad una reazione termica che va ad intervenire sull’area colpita dal dolore articolare, consentendo una rapida risoluzione terapeutica ai problemi di affaticamento, tensione muscolare, distorsioni e stiramenti.